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IL PARTITO CHE HA VINTO LE ELEZIONI

Oggi, dopo le elezioni regionali in Emilia Romagna il premier Matteo Renzi, da Vienna, ha chiosato: “La non grande affluenza è un elemento che deve preoccupare ma che è secondario. Checché se ne dica oggi non tutti hanno perso: chi ha contestato le riforme può valutare il suo risultato. Il mio interesse non è mettere le bandierine ma affrontare i problemi degli italiani”. Il punto, sottolinea il leader del Pd, è che “negli ultimi 8 mesi abbiamo avuto 5 elezioni regionali e il Pd ha vinto 5 a zero. Oggi una persona normale dovrebbe esserne felice”.

In realtà i numeri scaturiti da queste elezioni non dovrebbero facilitare l’ ottimismo dei vertci del PD. Infatti il PD non ha affatto totalizzato in Emilia il 44,52% secco che sembrerebbe scaturire dai dati dell Viminale, ma ha totalizzato il 44,52% del 37,70% dei votanti, cioè circa il 20% degli aventi diritto al voto. Lo stesso vale per la Calabria. Il PD non ha totalizzato il 23,72%, ma il 23,72% del 44,08% dei votanti cioè circa il 10,64% degli aventi diritto al voto. In Emilia Romagna alle ultime europee circa un anno e mezzo fa, il PD aveva totalizzato il 52,52% sul 70% di votanti, cioè il 36,75% degli aventi diritto al voto, mentre in Calabria, nelle medesime consultazioni europee, aveva totalizzato il 35,80% sul 45,77% di votanti cioè il 16,38% degli aventi diritto al voto. In sostanza nel giro di un anno in Emilia il PD è passato dal 36,75% degli aventi diritto al voto al 20% degli aventi diritto al voto, perdendo pertanto ben il 16,75% in una regione tradizionalmente a lui fedelissima. Mentre in Calabria, nello stesso anno, il PD è passato dal 16,38% degli aventi diritto al voto, al 10,64% perdendo il 5,74%.

Con questi numeri affermare che hanno perso coloro che sono contrari alle riforme e che il PD ne esce rafforzato al punto da poter imporre la propria egemonia neo capitalista su tutto il paese mi sembra un po’ azzardato.

Anche perché è fuori discussione che l’ unico partito che ha stravinto è il partito degli astenuti, ed è altrettanto fuori discussione che, come suffragato da molteplici sondaggi, gli astenuti non si astengono per pigrizia o perché sono scemi ma per mandare un vero e proprio messaggio politico a questa classe dirigente. Vogliono dire, gli astenuti, che non c’ è alcun partito per cui valga la pena di votare, che qualsiasi voto si risolverà in un voto al partito unico, che anche l’ aver votato Movimento 5 stelle non è servito a nulla, non per colpa degli eletti, ma perché essi sono stati posti nella situazione di non poter agire neppure come opposizione. Del resto in Emilia ci sono stati 5 o 6 paesi in cui non è andato a votare nessun elettore: un chiaro segnale che la popolazione si deve essere accordata in tal senso. Quindi questo è in realtà un voto di scoramento, un messaggio di disperazione del popolo italiano sconfitto. Ma, a quanto sembra di tale messaggio e del suo profondo significato politico, a nessuno importa nulla.