Traduzione


Il blog

Questo è un blog islandese di lingua italiana. La sua edizione elettronica avviene attraverso un dominio e un server islandese. Sebbene la legge islandese non preveda alcun risarcimento per violazione dell’ onore, né alcun reato di diffamazione, chiediamo a tutti coloro che dovessero sentirsi offesi o irritati dalle nostre parole di segnalarcelo via mail all'indirizzo
redazione@
donatellasavastafiore.is

Provvederemo immediatamente a correggere o a cancellare eventuali espressioni poco gradite. Il rispetto della persona umana è infatti per noi il valore più importante.

Diritti d’autore

Tutti i contenuti di questo blog appartengono agli autori che vi scrivono, se però qualcuno ritiene che siano stati violati in qualsivoglia modo i suoi diritti scriva tempestivamente alla nostra redazione alla seguente mail:

redazione@donatellasavastafiore.is

L’angolo vegano

L’angolo delle patate

Ocse

In Italia la Previdenza è stata abolita?

Oggi, 8 dicembre 2014, è comparso su IL FATTO QUOTIDIANO un articolo riguardante una strana notizia: pare che l’ OCSE cioè l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico abbia ufficialmente affermato che l’ Italia “ è il primo Paese per peso degli assegni previdenziali sulla spesa pubblica”.

Secondo tale Organizzazione, l’incidenza sul totale delle uscite statali sarebbe del 32% e la riforma Fornero avrebbe reso il sistema più sostenibile ma inciderebbe negativamente sul reddito di chi esce dal lavoro. Dal che l’ OCSE, conclude che “Bisogna lavorare più a lungo”.

Più avanti l’ organizzazione, spiega che la crisi ha spinto la maggior parte dei Paesi a accelerare le riforme per rendere i propri sistemi pensionistici più sostenibili dal punto di vista finanziario, aumentando le tasse sui redditi da pensioni e sui contributi pensionistici, riducendo o rinviando l’indicizzazione delle prestazioni e aumentando l’età pensionabile. Sforzi che, secondo l’ OCSE, si sono tradotti in progressi “incoraggianti”.

Ma il rapido cambiamento demografico in corso e il rallentamento dell’economia globale sottolineano la necessità di riforme continue. Dobbiamo comunicare meglio il messaggio che lavorare più a lungo e contribuire di più è l’unico modo per ottenere un reddito dignitoso in pensione”.

Va subito detto che l’ intero ragionamento è fondato su statistiche non condivisibili che probabilmente sono state utilizzate senza alcun riferimento al contesto al quale si riferiscono.

Del resto l’ OCSE è un’organizzazione internazionale privata di studi economici per i paesi membri cioè un soggetto giuridico privo di qualsivoglia controllo pubblico e che quindi non può esprimere altro se non la personale opinione dei suoi vertici.

Inoltre, dallo stesso articolo, si evince come questi risultati si basino su un errore di fondo che probabilmente inficia qualsiasi confronto con i dati di altri paesi.

Infatti l’ OCSE afferma che “ogni dieci euro di spesa pubblica, l’Italia ne destina 3,2 alle pensioni“, senza fare alcun distinguo fra pensioni sociali, cioè quelle attribuite alle persone anziane prive di reddito e che non hanno mai versato contributi (spesa pubblica) e le pensioni dei lavoratori che per tutta la vita hanno versato una quota del proprio reddito detraendola dal proprio salario (stipendi differiti, di proprietà dei lavoratori fin dall’ origine). A causa di questa fantasiosa commistione contabile (per altro tutta italiana), di fatto, l’ Inps paga le pensioni sociali utilizzando i contributi versati dai lavoratori SENZA ALCUN ESBORSO DA PARTE DELLO STATO. Pertanto è evidente che l’ affermazione dell’ OCSE dovrebbe essere così modificata: “ogni dieci euro di spesa pubblica i lavoratori italiani sborsano già DI TASCA LORO 3,2 euro per le pensioni, comprese le pensioni sociali che dovrebbero essere a carico della finanza pubblica e comprese le altissime pensioni dei boiardi di stato e dei dipendenti statali per le quali lo stato non ha mai versato un solo euro“. Allora la mia domanda è questa: con quale diritto si chiede ai lavoratori italiani, già oppressi da simili ingiustificati pesi, di rinunciare ai propri sacrosanti diritti previdenziali per regalare ancora allo stato, non altri soldi, ma anni di lavoro e di vita?

L’ oppressione generata dalla riforma Fornero non basta ancora, bisogna aggiungere sopruso a sopruso finché la società italiana non sarà stata riportata interamente al 1850?