STRANA EUROPA
Il 24 Novembre è apparso su globalist.it un articolo di Giulietto Chiesa dal titolo “Quelli che non condannano il nazismo” riguardante una strana cosa accaduta all’ ONU.
Sembra che una commissione delle Nazioni Unite abbia esaminato, recentemente, un documento di condanna della glorificazione del nazismo e che su tale documento l’ Italia si sia astenuta dal votare, mentre avrebbero votato a favore 115 stati membri e contro l’ Ucraina, gli Stati Uniti e il Canada.
L’Italia – nella sua qualità di presidente di turno dell’Unione Europea – avrebbe dichiarato la propria astensione, trascinandosi dietro tutti i paesi europei.
“Spiegando il voto, ad avvenuta votazione, il rappresentante dell’Italia, che parlava a nome dell’Unione Europea, ha detto che l’Unione è impegnata a combattere il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e le correlate intolleranze, mediante sforzi generali a livelli nazionali, regionali e internazionali. I singoli stati sono stati liberi di decidere il contenuto del testo della risoluzione, tuttavia l’Unione ha avuto dubbi circa la sincerità del testo, visto che il sostenitore principale della risoluzione ha violato i diritti umani” (fonte: ufficio stampa dell’ ONU).
La cosa strana è che nessun giornale o telegiornale italiano, secondo Giulietto Chiesa, si è sognato di dare la notizia e come giustamente lui stesso osserva: “Se il voto di una qualsivoglia risoluzione fosse subordinato all’accertamento della buona fede del proponente, con ogni evidenza, non vi sarebbe nessun voto possibile in nessun consesso internazionale. In questo caso il proponente era, evidentemente, la Russia, non la potenza che tiene aperto il campo di prigionia di Guantánamo”.
Concordo con Giulietto Chiesa che conclude dicendo che simili notizie coprono di vergogna tutto l’ occidente, ma aggiungo che sarebbe molto opportuno conoscere l’ identità di colui o di colei che ha reso tali affermazioni all’ assemblea dell’ ONU. Si potrebbe infatti chiedere a questa persona, a seguito di quale dibattito democratico, abbia potuto esprimere opinioni tanto discutibili a nome di 712 milioni di persone.