Uova in salsa tonnata
RICETTA TRADIZIONALE PIEMONTESE
Ingredienti per 4 persone:
8 uova freschissime
Un vasetto di maionese pronta da 500 gr.
Due scatole di tonno sott’ olio da 200 gr. (in totale 400 gr. di tonno sott’ olio)
Un cucchiaio di capperi sotto sale
Un cucchiaio di aceto
Un cucchiaio di salsa di soja fabbricata negli Stati Uniti
Qualche cappero sotto sale per la decorazione del piatto
Attrezzatura necessaria: un frullatore ad immersione oppure un tritatutto elettrico.
In una pentola far bollire un litro d’ acqua. Immergervi le uova con il guscio e farle bollire per 10 minuti finché diventano sode. Mentre le uova si raffreddano preparare la salsa tonnata. Mettere in una ciotola il tonno e ridurlo in pasta con l’ aiuto di un frullatore ad immersione, oppure ridurlo in pasta ponendolo in un tritatutto elettrico. Aggiungere la maionese, l’ aceto, la salsa di soja. Lavare i capperi sotto l’ acqua corrente e aggiungerli alla salsa, frullando nuovamente il tutto.
Appena le uova si saranno raffreddate tagliarle a metà e disporle su un piatto con la gobba verso l’ alto.
A questo punto coprire completamente le uova con la salsa, lavare i capperi per privarli del sale e buttarli qua e là, simmetricamente, sulla salsa. Prima di servire tenere il piatto almeno un’ ora in frigo, coperto di pellicola trasparente.
Questa è una ricetta gustosissima, adatta come antipasto in un pranzo di Natale, o in un buffet con molti invitati. Al momento, però, bisogna stare molto attenti alla provenienza del tonno perché dopo l’ incidente di Fukushima sembra che i giapponesi abbiano continuato a pescare tonni e ad inscatolarli. Lo stesso pericolo si corre con la salsa di soja, per questo è meglio utilizzare quella prodotta negli Stati Uniti che mi sembra abbastanza sicura in quanto gli Stati Uniti sono i più grandi produttori del mondo di semi di soja quindi è altamente improbabile che acquistino, a caro prezzo, la soja in Giappone per fabbricare la loro salsa.
Carciofi romani ripieni al forno
RICETTA VEGANA TRADIZIONALE LAZIALE
Ingredienti per 4 persone:
8 carciofi romani (così dette mammole)
20 cucchiai di pangrattato
1 mazzetto di prezzemolo
3 spicchi d’ aglio fresco primaverile oppure uno spicchio di aglio invecchiato
Mezzo bicchiere d’ acqua
Un misurino di dado granulare vegetale
Mezzo bicchiere di olio extravergine di oliva
Mezzo bicchiere di vino bianco secco
Mondare i carciofi privandoli delle foglie esterne più coriacee e tagliandone via la sommità.
Mettere sul fuoco una pentola piena d’ acqua salata e appena bolle tuffarvi i carciofi lasciandoli cuocere per 6/7 minuti.
Mentre i carciofi si sfreddano preparare il ripieno ponendo il pan grattato in una ciotola.
Tritare il prezzemolo con l’ aglio e aggiungerlo al pan grattato. Diluire il dado granulare nel mezzo bicchiere di acqua e aggiungerlo al composto. Aggiungervi ancora l’ olio e il vino bianco secco e mescolare il tutto. Il composto deve risultare pastoso e modellabile.
Intanto predisporre una teglia da forno ungendone il fondo con un po’ di olio extravergine d’ oliva.
Tagliare via eventuali residui di gambo dai carciofi in modo da poterli adagiare nella teglia ben diritti e con le foglie verso l’ alto. Aprire il centro dei carciofi con le mani togliendo eventuali foglioline spinose rimaste e riempire i carciofi con il composto. Adagiare i carciofi nella teglia e condirli ancora con un filo di olio sulla sommità.
Infornare a 170 gradi per circa 20 minuti. A fine cottura la sommità dei carciofi deve risultare dorata.
Una cosa molto importante è usare il pan grattato fatto da voi o acquistato in panetteria e non usare mai un prodotto industriale preconfezionato infatti, al di là di eventuali problemi per la salute, il pan grattato industriale ha un cattivo sapore perché di solito viene preparato mescolando anche prodotti da forno dolci, come croissant o merendine rimasti invenduti.
La stagione dei carciofi è la primavera ne ho quindi approfittato, per usare in questa ricetta l’ aglio fresco nuovo che ha il vantaggio di essere profumato ma non troppo forte. Però questo tipo di aglio ha spicchi molto piccoli e quindi ne ho usati tre. Se non si ha a disposizione l’ aglio primaverile, non deve essere usato che uno spicchio non troppo grande.
La ricetta originale prevede che siano usati i carciofi romani (le così dette “mammole”, cioè quei carciofi di forma rotonda, senza spine e di sapore un po’ più amarognolo) e in effetti la forma di questi carciofi li rende molto adatti alla riempitura, nulla vieta però che vengano usati i normali carciofi spinosi, più affusolati.
Ho calcolato una dose per persona di due carciofi supponendo che in un pranzo vegano questi carciofi vengano consumati come secondo piatto (ottimi con un contorno di patatine al forno), ma se li si vuole abbinare, per esempio, ad un piatto di pesce allora è sufficiente un solo carciofo a testa. In un ricevimento a buffet possono anche essere serviti con successo come antipasto caldo.